allestimento zona fitness e wellness dell’Hotel Artemide****, Roma

Progettazione della reception della SPA dell’Hotel Artemide di Roma e allestimento della zona fitness e wellness; la vasta zona benessere dell’hotel comprende una sala relax con diverse chaise longue dove potersi rilassare, un angolo dedicato alle tisane, una sala per il massaggio di coppia con vasca idromassaggio, piscina con giochi d’acqua, doccia emozionale e cascata di ghiaccio, una sauna finlandese ed una sala dedicata al bagno turco.

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aree pubbliche Hotel Artemide – bagni di cortesia clienti

Model
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2 ingresso pensilina

progetto e realizzazione delle aree pubbliche dell’Hotel Artemide di Roma. I bagni di cortesia per gli ospiti nella hall, accessibili anche da persone con disabilità motorie. Il pavimento è “I Marmi” di REX, il rivestimento “Alabastri” sempre di REX, colore madreperla, il mosaico 3D conferisce dinamicità all’ambiente. Porte realizzate su misura con vetro retroserifgrafato Golden Glass, top in Tecnoril della OMNITECH, sanitari CATALANO. Specchiere di SCIOLARI

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Torrenova 100

Nuovo insediamento residenziale realizzato per demolizione e ricostruzione e cambio di destinazione con gli strumenti del Piano Casa con 22 appartamenti, 6 dei quali destinati ad “housing sociale”

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Progetto di completamento e arredamento delle Terme di Agnano

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Il progetto dei locali annessi alla fruizione della piscina termale di Agnano, prevede il completamento e l’arredamento dei locali del centro benessere, degli spazi esterni e del locale con le vasche idromassaggio.

planimetria del progetto
planimetria del progetto
il vialetto di ingresso all'area termale
il vialetto di ingresso all’area termale
la piazzetta d'ingresso alle terme
la piazzetta d’ingresso alle terme
il dehors del centro benessere
il dehors del centro benessere
il locale con le vasche idromassaggio
il locale con le vasche idromassaggio
il locale con le vasche idromassaggio termali
il locale con le vasche idromassaggio termali
lo spazio all'aperto intorno alla piscina termale
Il centro benessere della piscina termale di Agnano
vista dall'alto della piscina termale di Agnano
vista dall’alto della piscina termale di Agnano
la piscina di acqua termale
la piscina di acqua termale
l'area all'aperto intorno alle piscine termali
l’area all’aperto intorno alle piscine termali
disegno esecutivo delle docce emozionali in EPS rivestito in mosaico
disegno esecutivo delle docce emozionali in EPS rivestito in mosaico

complesso immobiliare NEANDERTHAL

ristrutturazione del complesso immobiliare NEANDERTHAL e realizzazione di un condominio di lusso con quaranta appartamenti. Le caratteristiche dell’edificio sono la sostenibilità ambientale, la certificazione energetica, la produzione di energia elettrica e di acqua calda per mezzo di pannelli solari fotovoltaici e solari termici, il recupero delle acque meteoriche.

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concorso per la Fiera Internazionale della Sardegna

RIQUALIFICAZIONE DEL QUARTIERE FIERISTICO DI CAGLIARI

progetto classificato al 3° posto (premio 10.000,00 €) nel concorso internazionale di progettazione

 
galleria
 

Gruppo di progettazione:

  • Arch. Franco Bernardini (capogruppo)
  • Arch. Susanna Pierini (architettura sostenibile)
  • Arch. Luca Lazzarotto
  • Arch. Alessandro Fausti
  • Roberto de Angelis (rendering)
  • Dott. Marco Riccioni (consulente quadro economico)

La fiera come rappresentazione

La suggestione poetica alla base dell’idea del progetto è la metafora dell’edificio come “Isola”: la rappresentazione simbolica della Sardegna. La facciata della Fiera si specchia nell’acqua “raddoppiandosi”, l’ingresso avviene attraversando un ponte. La disposizione planimetrica della Fiera si basa su un asse orientato secondo quello che diventerà l’ingresso principale su piazza Marco Polo e sul palazzo dei Congressi. Su questo percorso vengono attestati sui due lati i padiglioni espositivi, l’hangar esistente (padiglione E) viene conservato e rappresenta un’eccezione alla regola geometrica generale, così come il padiglione di Libera che viene riportato alla sua conformazione originale. Un secondo percorso attraversa diagonalmente l’area secondo l’andamento dei tessuti residenziali di viale A. Diaz costituendo un collegamento con le aree oggetto di potenziali sviluppi tra la Fiera e il mare. Il confine verso sud-est viene definito infine da una “striscia” di verde che –sollevandosi- genera degli spazi funzionali di servizio alla Fiera e costruisce un limite tra le aree espositive all’aperto e la città. 

inquadramento urbanistico

L’Organizzazione spaziale e distributiva

L’ingresso è – come detto – costituito da un passaggio su due specchi d’acqua realizzato in piazza Marco Polo, a destra e sinistra due padiglioni ospitano le biglietterie. L’ingresso principale è anche il terminale di una copertura in metallo e vetro che copre tutto il tessuto connettivo tra i padiglioni e rappresenta l’elemento architettonico forse più rappresentativo dell’intera area espositiva. Gli edifici sono di semplice struttura e costruzione e sono “avvolti” da una pelle (tecnicamente una facciata ventilata) di vetro colorato retroilluminato che comunica l’immagine della Fiera e può essere mutevole nel tempo con la semplice variazione cromatica dell’illuminazione. Le facciate potranno essere utilizzate anche come veicoli pubblicitari sia con temi legati alle esposizioni sia generici. Questi padiglioni sono parzialmente a due piani, con il solaio intermedio che lascia delle grandi aperture verso il piano inferiore consentendo delle viste d’insieme delle aree espositive. La cubatura complessiva e la superficie espositiva sono le stesse di quelle dei padiglioni demoliti.

planimetria generale

Gli ingressi con biglietteria si trovano su piazza Marco Polo, viale A. Diaz e presso il palazzo dei Congressi, gli ingressi carrabili di servizio sono sul piazzale CONI e su viale A. Diaz. Un ulteriore accesso potrà essere realizzato al piano superiore come terminale del percorso sopraelevato proveniente dall’area del porto turistico, creando una sinergia con quest’ultimo, in particolare con l’edificio di archeologia industriale di P.L. Nervi da recuperare. Questo percorso trasversale consentirà di superare l’ostacolo fisico della strada di alto scorrimento Asse Mediano costituendo la premessa per un nuovo rapporto della Fiera con il mare, così come già anticipato dalle indicazioni del PRG e dai Masterplan di recente concezione.

rendering
 
 
 
 

l'ingresso principale
Accessibilità e Parcheggi

Gli accessi al rinnovato Polo Fieristico sono separati per i pedoni ed i veicoli. I primi accedono all’area fieristica vera e propria dai due poli dell’asse distributivo Piazza Marco Polo – Centro Congressi; sulla Via A. Diaz è conservato un accesso dedicato alle attività collaterali previste nella “piazza”. L’intero complesso è facilmente percorribile dalle persone disabili: lo spazio pubblico è completamente accessibile senza soluzioni di continuità, mentre gli spazi interni consentono la possibilità, anche per persone con ridotta o impedita capacità motoria o sensoriale, di raggiungere ogni parte degli edifici e di fruirne gli spazi e le attrezzature in condizioni di autonomia e sicurezza, senza barriere architettoniche.

 
la galleria principale
 
 
 
 

rendering

I riferimenti legislativi sono tutti quelli previsti dalla normativa vigente in materia, con particolare attenzione al D.P.R. 27 aprile 1978, n.384 ed al Decreto Ministeriale 14 giugno 1989, n. 236 (Prescrizione tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visibilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ed agevolata, ai fini del superamento e della eliminazione delle barriere architettoniche). Le automobili degli espositori ed il traffico pesante accedono dagli ingressi situati lungo la complanare dell’Asse Mediano e da Viale A. Diaz, in entrambi i casi due parcheggi riservati consentono la sosta temporanea e le operazioni di carico/scarico per l’allestimento degli stands. Il pubblico potrà usufruire delle aree di parcheggio esistenti e collocate in prossimità di piazzale Marco Polo, dello stadio Sant’Elia e del centro sportivo CONI. Eventuali ulteriori parcheggi potranno essere reperiti vicino l’ingresso lato CONI e soprattutto nelle aree prospicienti il mare e separati dall’asse mediano, in virtù del nuovo collegamento pedonale e in previsione dello sviluppo futuro di queste aree.

particolare della copertura
 
 
 
 

rendering dell'interno dei padiglioni
Gli spazi aperti multifunzionali

La collocazione dei nuovi padiglioni lungo un asse decentrato rispetto all’area ha consentito di liberare un grande spazio centrale, che chiameremo “la piazza” disponibile all’impiego per manifestazioni all’aperto di carattere sportivo (in particolare il concorso ippico), artistico (concerti e spettacoli teatrali ..) commerciale (mercatini tematici) anche collaterali alle manifestazioni prettamente fieristiche. Questo spazio si presenta pavimentato con i materiali locali (granito, trachite ..) alternati a cemento vibrato in opera colorato in massa. Sono state conservate le alberature di pregio preesistenti disposte a isole e ”segnalate” da un disegno a cerchi concentrici della pavimentazione. A completamento sono state create delle vasche di acqua con sedute integrate alternate a dei giochi d’acqua provenienti dal pavimento.

 
 
 

vista dall'alto
 
 
 

pianta del piano terra e sezioni/prospetti
pianta del piano primo e sezioni/prospetti
Le soluzioni tecnologiche, la struttura, i materiali

Strutturalmente gli edifici a “stecca” sono realizzati con un sistema prefabbricato in cemento armato pluripiano, con pilastri monoliti a sezione rettangolare con lato minore non inferiore a 50 cm e lato maggiore variabile ad ogni interpiano. Mensole rettangolari, semplici o multiple, posizionabili su qualunque faccia del pilastro, permettono l’appoggio, delle travi primarie. I solai intermedi e quello di copertura sono realizzati utilizzando tegoli a TT abbinati a travi a T rovescio e ad L. La possibilità di realizzare fori o cavedi e di sfruttare lo spazio tra le nervature dei tegoli consentirà di risolvere agevolmente anche impegnative esigenze impiantistiche. L’intradosso, grazie alla presenza dalle nervature dei tegoli, può essere facilmente controsoffittato. I pannelli di tamponamento costituiscono le chiusure perimetrali esterne degli edifici prefabbricati ed hanno una struttura portante in c.a. e sono coibentati da strati interposti di materiale isolante; rappresentano i componenti che maggiormente incidono sulla qualità estetica e formale degli edifici si è dunque deciso di renderli anonimi e rivestiti da lastre in vetro fissate ad una sotto struttura in profilati di alluminio con camera di ventilazione.

Restauro filologico del padiglione Libera

Libera affermava di aver voluto “accettare la realtà statica e riconoscere in essa, senza l’ausilio di altri elementi di estetica gratuita, quei caratteri e quei valori figurativi che da soli potessero essere il supporto e la coincidente sostanza dei valori estetici”, quindi l’idea di restauro riporterà in luce la bianca struttura che formava il padiglione ombroso e ventilato, privo da tamponature.

 
 
 

rendering
Impegno risorse rinnovabili – utilizzo risorse naturali
Sistemi Energetici Attivi

Per coprire parte del fabbisogno energetico del complesso, il cui impianto sarà allacciato alla rete pubblica di distribuzione, sono stati utilizzati vetri e pannelli fotovoltaici a totale integrazione architettonica ed un sistema di generatori eolici da 1,5 kW la cui forma particolare li rende meno sensibili alle turbolenze e più “amichevoli” nei confronti dei volatili. I moduli fotovoltaci “vetro/vetro” sono realizzati con PolyVinyl Butyral, materiale tipicamente utilizzato per ottenere i vetri stratificati di sicurezza comunemente utilizzati in edilizia, e rivestono la parte terminale del percorso coperto quartiere fieristico. La copertura curva dell’hangar invece è realizzata con profili metallici grecati di acciaio preverniciato su cui sono posate ed incollate “lamine solari fotovoltaiche” (da 68 e 136 W). L’utilizzo di tale tecnologia integrata come frontiera esterno-interno, permette di ridurne il costo relativo.

 
 
 
Verde
 

 

Per l’edificio di confine si è previsto un rivestimento a verde in copertura per restituire all’ambiente naturale l’area sottratta con l’edificazione. I vantaggi di questa soluzione sono un impatto visivo e psicologico piacevole, una maggiore protezione della struttura ed una vita prolungata per l’impermeabilizzazione protetta dalle sollecitazioni esterne, il filtraggio dell’aria, la riduzione dell’inquinamento acustico, la ritenzione delle acque piovane. La scelta si è orientata sul sistema estensivo che ha caratteristiche di carico ridotto ed economicità anche manutentiva, pur permettendo l’uso di vegetazione varia (prato e bulbose) e resistente alla siccità.

Le piantumazioni della “piazza”, disposte a creare zone di refrigerio destinate a mitigare la calura estiva sono state selezionate in parte tra le specie indicate nello studio “Il Verde Urbano” dell’Ufficio Verde Pubblico del Comune di Cagliari: Celtis australis (Bagolaro spaccassi), Ceratonia siliqua (Carrubo), Morus alba (Gelso bianco), Arbutus unedo (Corbezzolo), Rhamnus alaternus (Alaterno), Juniperus phoenicea (Ginepro fenicio), Phillirea latifolia (Ilatro)

Permeabilità delle superfici orizzontali

Per salvaguardare l’equilibrio idrogeologico della zona tutte le aree pavimentate all’aperto sono state trattate come aree permeabili, per le quali sono state scelte delle soluzioni a lastre e/o cubetti di granito locale “corallo bianco” ed elementi autobloccanti drenanti. Una pavimentazione permeabile all’acqua infatti limita la tendenza all’abbassamento delle falde freatiche, garantisce il miglioramento delle caratteristiche ambientali in relazione al ciclo dell’acqua, riduce i fenomeni di ruscellamento verso i piccoli corsi d’acqua che richiedono frequenti interventi di pulizia, riduce altresì il carico idrico verso i corsi d’acqua nei quali convogliano i sistemi di drenaggio (con conseguente minore sensibilità degli stessi ai fenomeni di piena) e il carico alle stazioni di depurazione dove convogliano i sistemi fognari, con conseguente aumento del loro rendimento.

La permeabilità di una pavimentazione composta da elementi modulari in calcestruzzo o pietra posati a secco dipende sostanzialmente da tre fattori: tipologia e schema di posa dei masselli; permeabilità dei giunti e delle aperture superficiali; permeabilità degli strati che costituiscono il sottofondo. 

 
 
 

il progetto degli spazi all'aperto
Il Ciclo dell’Acqua

È previsto il recupero e riutilizzo delle acque meteoriche con cui saranno alimentati gli scarichi dei servizi igienici, l’impianto di climatizzazione e l’innaffiamento del verde esterno.

Il dimensionamento dei componenti impiantistici del ciclo di riuso delle acque (serbatoi, filtraggio, sistema di pompaggio) è stato fatto valutando le precipitazioni medie annue locali (427 mm) e le superfici di raccolta. I serbatoi sono costituiti dalle vasche d’acqua in pietra e cemento, con profondità variabile fino a 40/60 cm nelle parti centrali, in cui sono poste piante macrofite galleggianti, sommerse ed emergenti, scelte secondo la compatibilità con l’ambiente e la disponibilità sul territorio. Esse permettono un trattamento fitodepurante superficiale dell’acqua raccolta poiché svolgono buona parte della degradazione della materia organica rimuovendo parte delle sostanze indesiderate attraverso l’assimilazione diretta nei tessuti e fornendo ambiente e superfici idonee ai microrganismi che trasformano gli inquinanti. Inoltre è stata prevista una cisterna interrata per lo stoccaggio di elevate quantità di acqua. Il centro servizi realizzato lungo viale A. Diaz ha una copertura ondulata rivestita con “tetto-giardino”, collegato con altri spazi a verde lungo il perimetro. Queste aree a verde verranno trattate per essere utilizzate come spazio ludico, spazio giochi, area espositiva e aree di ristorazione all’aperto vicino al padiglione dell’Agricoltura della Regione Sardegna

 
 
 

vista aerea
vista aerea di notte
piazza vista dal centro servizi

dettagli

 

articolo

appartamento classico a Roma

ristrutturazione di un appartamento borghese in un palazzo anni ’30

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i rendering realizzati nella fase progettuale:
il soggiorno nella versione in parquet
vista dal soggiorno
progetto del bagno padronale
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il soggiorno nella versione con pavimento in marmo
il soggiorno nella versione con pavimento in marmo

la cucina, i pavimenti in graniglia sono di recupero
la cucina, i pavimenti in graniglia sono di recupero
il controcampo della cucina
il controcampo della cucina
l'ingresso

piazza Vittorio Emanuele Orlando, Palermo, 2008

progetto di piazza Vittorio Emanuele Orlando a Palermo, 2008-2009

lavori in corso
lavori in corso 2
soluzione A
soluzione A - vista della piazza
soluzione B
soluzione C
soluzione C

planimetria generale della sistemazione della piazza a copertura del parcheggio interrato del consorzio PANORMUS 2000; in rilievo il parcheggio magistrati con l’evidenziazione nella pavimentazione dei resti archeologici e il visitors’ center che contiene i resti del Bastione d’Aragona, nella parte superiore il giardino degli aranci e il filare di palme “washingtonia”

vista “a volo d’uccello” della piazza da via Goethe

vista di dettaglio sul “giardino degli aranci”

vista del rapporto tra la piazza e il Palazzo del Tribunale di Palermo, in evidenza il corpo del visitors’ center “contenitore” dei resti del bastione

vista della piazza dall’interno del visitor center del quale si puo’ apprezzare la particolare permeabilità visiva

Il Bastione d’Aragona (o della “Concezione”) delle mura di Palermo risale al 1572 e fu ulteriormente rafforzato nel 1637. Il bastione faceva parte della cinta muraria realizzata dal 1535 dal vicere Don Ferrante Gonzaga su disegno dell’ingegnere militare Antonio Ferramolino, al posto della cinta muraria della Palermo normanna. Nel 1781 la Reale Deputazione degli Studi vi realizzò un orto botanico, poi trasferito accanto alla Villa Giulia. Il Bastione fu demolito nel 1937 per relizzare il Palazzo di Giustizia.

Nell’ambito della realizzazione del parcheggio interrato di piazza Vittorio Emanuele Orlando, durante gli scavi, sono emersi gli strati archeologici del piano di fondazione. La sistemazione della piazza prevedeva la realizzazione di una zona rialzata che ricordasse “topograficamente” la posizione del Bastione, ma l’interesse dei reperti ritrovati ha suggerito, in accordo con la Soprintendenza, la realizzazione di una struttura che potesse allo stesso tempo consentire la visita del sito archeologico e la sua protezione/conservazione.

L’edificio che abbiamo progettato è stato pensato per garantire la massima trasparenza possibile in senso “orizzontale” in modo da non alterare troppo i rapporti spaziali consolidati della piazza, soprattutto nei confronti dell’edificio monumentale razionalista di Ernesto e Gaetano Rapisarda. In pianta l’edificio si presenta come un rettangolo orientato secondo l’organizzazione spaziale della piazza, con un lato tagliato da una curva che allude al diverso orientamento del tessuto archeologico rispetto a quello attuale e che crea una “tensione” architettonica all’involucro edilizio. Questa tensione sarà amplificata dalla curvatura della copertura per investire anche il prospetto principale verso la piazza.

I prospetti del centro visitatori saranno realizzati in lastre di vetro temperato stratificato di grande dimensione collegati alle strutture in acciaio con giunti a crociera in acciaio inox AISI 316 realizzati con procedimento di microfusione a cera persa, spazzolate meccanicamente per ottenere una finitura lucida. (i cosiddetti “ragni”). Le lastre di vetro -di forma pressoché quadrata avranno agli angoli dei fori in cui verranno fissate le “rotules” di fissaggio, i giunti fra le lastre verranno sigillati con speciale guarnizione siliconica interna e silicone strutturale neutro extrachiaro all’esterno. Uno dei vetri della facciata principale ospiterà la porta di ingresso, con perni a bilico incassati a pavimento e con sistema di chiusura di sicurezza. La struttura portante, di tipo puntiforme, sarà realizzata con pilastri in acciaio zincato e verniciato con polveri epossidiche micacee grigio alluminio a 180°. Sarà localizzata perimetralmente rispetto all’edificio in modo da portare sia la copertura che le facciate e in modo da garantire la visibilità dell’area archeologica senza impedimenti intermedi. La struttura di copertura è di tipo reticolare spaziale, composta da montanti tubolari in metallo zincato e giunti sferici. A questi ultimi saranno collegati dei tiranti per il sostegno delle passerelle per la visita, gli impianti di aerazione e illuminazione. La copertura è composta da un “pacchetto” che comprende una lamiera grecata interna microforata o stirata, uno strato coibente intermedio e una copertura centinata a doppia aggraffatura in un materiale eco-sostenibile come la lamiera in lega di zincotitanio prepatinata all’esterno. Quest’ultima può essere stonalizzata in diversi colori per essere integrata al contesto, nei rendering allegati è stata prevista in colore grigio scuro in modo che nelle viste dall’alto non crei contrasti eccessivi con il colore della pavimentazione della piazza.

 L’interno del padiglione è attrezzato con una piccola area di ingresso dove la pavimentazione in basole di “Calcare grigio siciliano” della piazza entra senza soluzioni di continuità. Alcune passerelle sospese realizzate con grigliato Keller antitacco zincato permettono la visita del sito, i parapetti saranno realizzati con cavi di acciaio tesi in una struttura in ferro. L’illuminazione generale sarà affidata a proiettori “industriali” sospesi alla struttura di copertura, mentre alcune luci d’accento a ioduri metallici nascoste provvederanno a fornire l’illuminazione dei resti archeologici e potranno restare accese anche durante le ore di chiusura al pubblico del padiglione. Il microclima sarà controllato da un impianto di condizionamento installato negli spazi di risulta del parcheggio interrato limitrofi al padiglione, le tubazioni, a vista, saranno supportate dalla struttura reticolare di copertura.

wellness corner dell’Hotel Barberini, Roma, 2008

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l’Hotel Barberini di Roma, un albergo a quattro stelle nel centro di Roma, ristrutturato di recente, si è dotato di un centro benessere, Spa & wellness corner. Il progetto di architettura degli interni ha riguardato la creazione della minipiscina con idromassaggio, della bio sauna, di una doccia multifunzione, di un corner per il relax con lettini imbottiti. I materiali sono il travertino naturale sabbiato per il pavimento, il mosaico Bisazza (sfumatura Ortensia) per il rivestimento della boiserie, della doccia e della vasca, le boiserie in rovere, il cielo stellato con fibre ottiche.

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sede di una società di costruzioni – EUR ROMA, anni 2003-2006 oggi Ambasciata del Bangladesh

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http://www.designrepublic.it/viewdoc.asp?co_id=1288

La nuova sede è stata realizzata ristrutturando una villa degli anni ’60 nel quartiere EUR a Roma. Questa zona, nata come quartiere residenziale di lusso, si è trasformata nel tempo a destinazione terziaria, con il riuso di strutture nate come abitazioni e la realizzazione di prestigiose sedi per uffici.

 STRUTTURE: L’esigenza di realizzare ampie superfici destinate a parcheggio interrato e ad archivi, ha reso necessaria una prima fase di scavo e sottofondazione della struttura originaria per la realizzazione di locali interrati. Inoltre la relativa qualità delle opere esistenti in cemento armato ha imposto il consolidamento delle strutture originarie, comportando un aumento degli spessori di travi e pilastri, con un riflesso anche sull’immagine esterna dell’edificio.In una prima fase si sono realizzati pali di grandi dimensioni per predisporre lo scavo esterno del garage interrato a due piani; contemporaneamente venivano realizzati micropali in acciaio, affiancati ai pilastri e compenetrati nei plinti di fondazione. Nella fase successiva, progredendo con lo scavo si procedeva al taglio controllato dei plinti che venivano inglobati in “capitelli longitudinali, in modo che ogni pilastro veniva sorretto provvisoriamente da una coppia di micropali. A scavo ultimato ogni coppia di micropali veniva a sua volta inglobata in un setto in CLS, coerente con la distribuzione interna dell’edificio.Il garage interrato a due piani veniva realizzato per ragioni logistiche in tre fasi successive; essendo di grande luce senza appoggi intermedi e prevedendo una copertura a “tetto giardino” della Harpo, le strutture presentavano dimensioni inusuali comportando una ingegnerizzazione complessa del cantiere, che procedeva parallelamente alla ristrutturazione del corpo esistente della villa.

PROGETTO ARCHITETTONICO: La struttura si presenta con caratteristiche “tettoniche” evidenti: si è voluto esaltare la composizione “neoplastica” dei volumi, piuttosto articolata, con l’uso monocromatico di un non-colore per evidenziare il contrasto-rapporto fra pieni e vuoti, trattati con grandi vetrate aperte verso il paesaggio. La conformazione originaria “a corte aperta” è stata mantenuta utilizzando strutture leggere in vetro per chiudere l’involucro edilizio. Rispetto all’edificio originario sono state ampliate le superfici vetrate che ora diventano predominanti e tendono ad evidenziare i corpi di nuova costruzione rispetto a quelli preesistenti, il rapporto dell’edificio con il contesto è esaltato dalla conformazione geomorfologica, piuttosto dinamica e in continuo mutamento nei quattro prospetti dell’edificio, così da variare continuamente il rapporto architettura-verde.Dal prospetto privilegiato, quello di ingresso verso via Cristoforo Colombo e in asse con il palasport di P.L. Nervi, l’accesso avviene attraversando una cortina in metallo e vetro, in modo che l’atrio della reception sia vissuto come un interno-esterno. Al piano superiore la corte centrale diventa una lobby e ha una copertura in vetro.

MATERIALI: Le coperture sono state realizzate con un pacchetto tecnologico di “Tegola Canadese” per tetti ventilati. le pareti esterne sono rivestite da un intonaco “a cappotto” della Fassa Bartolo, finitura superficiale con KC1 lisciato a mano con fratazzo. I serramenti esterni sono della METRA, in gran parte scorrevoli con alzanti e con vetro camera, i profili in alluminio sono verniciati a fuoco colore grigio Raffaello. La copertura in vetro è stata realizzata dalla FISE utilizzando prodotti della METRA serie Poliedra Sky in alluminio, i vetrocamera orizzontali sono stratificati e temperati. I parapetti sono realizzati con un profilato in acciaio a L e tiranti in acciaio con accessori inox della JAKOB. La bussola di ingresso è stata realizzata dalla SMEA SUD con vetri stratificati e temperati e giunti con rotules della FARAONE in acciaio inox. I pavimenti interni sono in gres di grande formato (60 x 60) della REX, serie Pillarguri colore Anthracite. La zona direzionale è invece pavimentata con parquet prefinito di grande formato in wengè della GAZZOTTI. I bagni sono rivestiti con mosaici vetrosi della BISAZZA. Gli arredi sono stati eseguiti su disegno dalla IB Project, le porte sono della BARAUSSE, in wengè con dettagli inox.

prospetto su via dell'Antartide

concorso internazionale per il restauro della Torre di Porta Nuova all’Arsenale di Venezia, 2006

Il progetto intende risolvere le necessità funzionali richieste dal bando utilizzando il corpo interno della torre come un “contenitore vuoto” dove le strutture di nuova costruzione si inseriscono senza interferire sulla struttura dell’edificio, consentendone l’accessibilità salvaguardandone l’unitarietà.

DISTRIBUZIONE DELLE FUNZIONI: l’atrio di ingresso rimarrà invariato rispetto alla situazione esistente, gli unici elementi di nuova installazione potranno essere delle vetrate in vetro o metacrilato strutturale che consentiranno un collegamento climatizzato fra le due ali dell’edificio. In questo modo il vano centrale a doppia altezza diventerà l’atrio di ingresso alla Torre di Porta Nuova, da questo ambiente si accederà sulla sinistra ad uno spazio informativo con tre “isole” destinate a banco informativo/reception, a bookshop e a spazio multimediale con postazioni internet e PC; una scala porterà ad un nuovo solaio intermedio (secondo livello a quota 2,85) che ospiterà un open space con le sei postazioni previste per gli uffici. Nell’ala a destra dell’ingresso un nucleo a torre riservato ai servizi per il pubblico si ripeterà anche agli altri piani e alle sue spalle verrà ricavato un cavedio per gli impianti, mentre una torre in vetro con un ascensore oleodinamico servirà per raggiungere i piani e le funzioni superiori insieme con la scala esistente in pietra d’Istria, che verrà recuperata. Il solaio esistente alla quota 6,90 (terzo livello) verrà utilizzato interamente per le esposizioni, da questo piano partirà una seconda torre in vetro con ascensore e una scala per arrivare alle quote più alte della zona centrale della torre. Il nuovo quarto livello sarà impostato a quota 13,65 per sfruttare la visibilità dell’esterno dall’arco a ogiva sulla facciata verso il canale e per consentire il passaggio trasversale –con un collegamento a ponte per preservare l’unitarietà del vano centrale della torre- all’interno degli archi ogivali; questo piano sarà destinato a ospitare i convegni, le proiezioni e le conferenze della torre dell’Arsenale, sull’ala destra della torre anche a questo piano è collocato un piccolo servizio a disposizione del personale. Dall’ascensore e dalla scala del quarto livello può essere raggiunto il quinto piano con la Biblioteca; quest’ultima sarà sviluppata su due livelli con una parte soppalcata per la saletta di lettura, da questo piano l’ultima rampa della scala e una piattaforma elevatrice ad azionamento idraulico consentiranno l’accesso alla terrazza panoramica sul tetto dell’edificio (vedi dettaglio a lato).

STRUTTURE: I piani aggiunti per risolvere le necessità funzionali saranno staccati dalle strutture murarie e sospesi su delle strutture autonome in acciaio che sosterranno i solai a partire dal piano terra. Queste strutture saranno “rivestite” da involucri opalescenti autoilluminanti che avranno due funzioni: rischiarare in modo diffuso gli ambienti piuttosto scuri della torre e fornire delle pannellature neutre su cui esporre eventuali opere oggetto delle esposizioni. I profili in acciaio saranno trattati con schiumatura intumescente antincendio. I solai saranno realizzati in acciaio con un bordo rialzato fermapiede che -in alcuni casi- servirà da sostegno per i parapetti in vetro stratificato. I solai saranno staccati dalle strutture murarie per consentire la continuità visiva del manufatto e per consentire il passaggio della luce. L’intradosso dei solai ospiterà i passaggi orizzontali degli impianti di climatizzazione e illuminazione, sarà rivestito da controsoffitto in cartongesso. Le torri di scale e ascensori, sempre in acciaio, dal punto di vista strutturale saranno anch’esse autonome dalle strutture esistenti mentre collaboreranno per il sostegno dei solai di nuova costruzione.

COLLEGAMENTI: il primo collegamento verticale è il gruppo scala/ascensore ospitato all’interno dell’ala stretta della torre: dal livello dell’ingresso consentirà il raggiungimento sia del piano espositivo che della sala conferenze al quarto livello, la scala esistente in pietra d’Istria verrà recuperata mentre dal terzo al quarto livello verrà integrata da una nuova rampa in continuità con l’esistente ma realizzata con materiali più leggeri. Una scala interna (con montascale elettrico a parete) consente di raggiungere dal livello terra il piano degli uffici (2° livello a quota 2,85).Il secondo gruppo scala/ascensore è quello della parte centrale a tutta altezza della torre, parte dal livello espositivo e raggiunge il piano sala conferenze e la biblioteca, la scala prosegue fino al livello della copertura mentre l’ascensore si ferma al soppalco della biblioteca. Da questo piano una piattaforma elevatrice elettromeccanica del tipo illustrato nell’immagine a lato consente di raggiungere il punto panoramico sulla copertura senza emergere con alcuna struttura dal piano del parapetto del belvedere.La scala esistente in legno verrà mantenuta solo a fini conservativi.

MATERIALI, FINITURE: l’interno della torre di Porta Nuova è in muratura a vista e le aperture sono limitate, l’effetto è per questo piuttosto cupo. Le strutture e gli allestimenti di nuova costruzione saranno per questo utilizzati per rendere più chiaro e ospitale l’interno della torre. Le strutture portanti, come già detto, saranno “inglobate” in involucri opalescenti illuminati dall’interno, queste pareti bianche luminescenti, accoglieranno sulla loro superficie la grafica relativa all’orientamento e alla gestione delle esposizioni mentre alcune di esse verranno utilizzate come “sfondi” per gli allestimenti museografici.

I pavimenti esistenti saranno rivestiti in Pietra d’Istria, mentre i pavimenti dei solai nuovi avranno una superficie in resina bianca lucida. Gli intradossi dei solai saranno in cartongesso e ospiteranno al loro interno gli impianti elettroilluminotecnici e di climatizzazione, i corpi illuminanti saranno di tipo orientabile da incasso, raccolti in tracce apparentemente casuali. Le strutture delle scale saranno in acciaio, con i parapetti in vetro stratificato e i gradini in Pietra d’Istria sabbiata. I corpi ascensori avranno la struttura in acciaio con gli involucri del vano e delle cabine in vetro stratificato sorretti da giunti (ragni) in acciaio inox.

concorso internazionale per la Camera di Commercio di Prato, recupero di un edificio di archeologia industriale, 2006

Gli obbiettivi che ci siamo prefissati nella progettazione della nuova sede per la Camera di Commercio di Prato sono stati:

             ricerca della soluzione di maggiore efficienza e razionalità in base all’elenco di richieste dell’ente, anche in merito alla flessibilità nella distribuzione degli spazi e alla possibilità di riorganizzazione, considerando che lo sviluppo attuale della tecnologia comporta mutevoli necessità anche nel corso di pochi anni.

             ristrutturazione attenta del complesso di archeologia industriale nella considerazione del valore architettonico dell’insieme. Conservazione e valorizzazione delle parti di più significativo impatto estetico e adattamento del nuovo organismo alle caratteristiche della struttura.

             realizzazione di una proposta architettonica di significativo impatto estetico, in relazione alla creazione di un ambiente di lavoro gradevole ed efficiente e alla comunicazione di una immagine di razionalità e funzionalità.

PRINCIPI GENERALI La sezione dell’edificio ha posto un primo significativo “problema” da affrontare: l’altezza del corpo di fabbrica diviso in due piani, comporta delle altezze di circa 5 metri per ogni livello; inoltre la posizione delle aperture non è conforme alla necessità di utilizzare gli spazi come uffici, infatti la maggior parte delle finestre al piano terra ha il davanzale a più di due metri da terra mentre quelle del primo piano sono quasi tutte a più di cm 180 da terra. La conseguenza sarebbe che gli uffici avrebbero le finestre ad un’altezza tale che sarebbe difficile persino la percezione dell’esterno oltre che la corretta areazione e illuminazione naturale.

Schema sezione tipo La soluzione scelta è stata di concentrare gli uffici di maggior pregio intorno alla corte centrale, dove al piano terra la cortina muraria è stata sostituita da una facciata continua in vetro, mentre sul perimetro esterno vengono distribuite le funzioni di supporto tecnico e di servizio, lasciando questi spazi a tutta altezza. Gli impianti a questo livello vengono concentrati sui corridoi, i quali verranno controsoffittati per portare l’altezza degli stessi insieme agli uffici sulla corte ad una altezza più proporzionata e vicina alle esigenze ambientali degli uffici. Le finestre a nastro esistenti interne alla corte, pur rimanendo per ragioni di conservazione dei prospetti, corrisponderanno alla quota dei controsoffitti impiantistici. Al primo livello abbiamo deciso di sollevare tutto il piano di calpestio con un pavimento flottante, che corrisponderà ad un cavedio tecnico dove passeranno gli impianti, lasciando in questo modo aperta la possibilità in alcuni casi di lasciare a vista gli intradossi delle volte a botte di copertura. Il sollevamento della quota di calpestio comporta la riduzione dell’altezza dei parapetti a circa 1 metro e la possibilità di conservare su tutto il piano le aperture esistenti sia verso l’interno che verso l’esterno.La distribuzione generale del complesso prevede dei corridoi longitudinali lungo le ali lunghe parallele a via Baldanzi, con distribuzione degli uffici sui due lati (al piano terra la posizione del corridoio è condizionata dalla presenza dei pilastri, ed è quindi leggermente decentrata mentre al primo livello è al centro della sezione), gli uffici di maggior pregio –come detto- occuperanno le aree verso la corte interna. Il collegamento trasversale e verticale è garantito da una struttura esterna leggera e cristallina in metallo e vetro, che comprende due gruppi scale/ascensore (anch’essi in vetro) e un percorso trasversale sospeso protetto da una facciata continua in vetro.I materiali utilizzati per la ristrutturazione del complesso saranno di tipo biocompatibile, in particolare gli intonaci e le pitture saranno traspiranti e a base di calce. Il rivestimento della copertura esistente verrà sostituito con la tecnologia del tetto ventilato, perché crediamo che la migliore fonte di risparmio energetico sia l’isolamento termico, utilizzando un primo strato coibente, una camera di ventilazione, uno strato impermeabilizzante in bitume naturale e un rivestimento finale in scandole di zinco-titanio. Una parte delle coperture -quella esposta a sud- sarà occupata da pannelli solari sia per la produzione di acqua calda sanitaria sia elettrofotovoltaici per la produzione di energia elettrica.Gli interni, tranne che per le sale principali, verranno suddivisi con pareti divisorie spostabili, in modo da consentire future varianti nella distribuzione e seguire l’evoluzione delle esigenze dell’ente. Inoltre le pareti divisorie potranno integrare anche gli arredi fissi come le armadiature, le porte e gli scaffali/librerie.I pavimenti saranno realizzati in gres porcellanato lappato di grande dimensione (cm 60×60) con riferimento al colore e texture della Pietra Serena, al piano primo verranno realizzati su pavimento flottante e ispezionabile, con struttura in ferro zincato. Lo stesso pavimento sarà utilizzato anche per l’esterno in modo da garantire una continuità visiva tra gli spazi interni ed esterni. I controsoffitti verranno realizzati in cartongesso e quelli ispezionabili in pannelli ispezionabili di acciaio microforato (tipo Clip-In), con integrazione dei terminali dell’impianto di climatizzazione (anemostati) e del sistema illuminotecnico (proiettori e plafoniere ad incasso), negli ambienti dove è previsto l’uso di video terminali l’illuminazione sarà di tipo darklight.Tutte le aree saranno di piena accessibilità ai disabili che avranno la possibilità di fruire di ogni area dell’immobile in piena autonomia, a partire dai parcheggi, agli ascensori, ai servizi.

concorso internazionale per l’Accademia di arti applicate BEZALEL, Jerusalem (IL), 2006

The architectural idea of the design stems from the poetry of “subtraction” of [from] the Maximum Building Envelope, inspired by the gestures of the sculptor that carves a shape from raw solid material. Our approach started with carving out a central space, thereby opening a viewing corridor towards the city and the Cathedral, as required by the call for proposals. The bounds of the carved space are aligned with the pre-existing ones of the two historical buildings (Russian Mission and Hospice for Men) while on the northern side the cut evolves into a complex surface which follows the rotation of the urban texture towards the Hospice for Women, located downhill (always respecting the required 45-meter clearance towards the Church axis) On the western side the building aligns with the facades of the historical buildings, while towards north and south it follows the limits of the land parcel. The volume so obtained was then further carved with a “gestural” cut, an actual “bite” which opens the three-dimensional box, revealing its contents and visually connecting the wings of the academy.The skin of the building is covered with Jerusalem Stone, crossed by linear grooves forming a pattern which resembles bar codes. The grooves appear to be randomly arranged, but they provide light to the interior while limiting the impact of direct sunlight. The groove distribution changes according to the needs of adjacent interior spaces, becoming denser around the corners which are further away from the expansive transparent ceiling that illuminates the core of the building. This suspended ceiling, made of low-emission glass with integrated silicon photovoltaic cells, supplies energy for the building, while partially filtering direct sunlight.

From the point of view of circulation, the academy is conceived with a large shared three-story basement, partially underground, with distribution spaces that run longitudinally north-south, connecting, as in a large urban road, all the public “events” of the academy: auditorium, library, sports facilities, canteen, computer farm, shops, and the greater central meeting place. This last space is located at the intersection with the other main axis in the building design, which runs east-west and connects the public urban space at the Church level with the lower one at the museum level, which can be accessed both from the exterior, through a public stairs, and from the interior, though a spiral stairway. Departments are located inside the two “towers”, with terraces opening towards the large glass ceiling that provide natural lighting and visual permeability among Departments and across the towers, so as to guarantee visual continuity to foster integration and multi-disciplinary interaction.

Show Room AGU, via dei banchi Vecchi 109, Roma, 1990

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progetto di ristrutturazione e architettura degli interni dello show room di arredamento contemporaneo AGU, in via dei banchi vecchi 109 a Roma. All’interno dello show-Room si trovava lo studio di architettura di Franco Bernardini. Realizzazione del 1990, progetto pubblicato sulle riviste: Gap Casa n° 89 luglio-agosto 1992 pagg. 74-75, Il Giornale dell’Arredamento n° 2 febbraio 1992 pag. 55, INTERNI n° 424 ottobre 1992.

pagina pubblicitaria sulle riviste di settore – 1992

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